Come riconoscere un vero gin artigianale italiano
Il Gin è sicuramente tra i distillati più apprezzati, che sia utilizzato per la miscelazione o da bere in purezza, ne sono molti gli amanti. Ebbene, dopo anni in cui i bar e i locali serali sceglievano i comuni gin noti non solo in Italia, ma nel mondo, nell’ultimo periodo a prendersi la rivincita è stato i Made in Italy, esattamente come successo in moltissimi settori produttivi.
Il ginepro, da cui si ricava il gin viene coltivato tra le colline tosco-umbre, ma anche nelle vicinanze dell’Etna e pure nelle Langhe. Insomma, una produzione che ha attraversato lo Stivale da cima a fondo, solo per riuscire ad offrire i miglior prodotto in assoluto.
Ad oggi il gin artigianale made in Italy è tra i più venduti e apprezzati e se tu che ci stai leggendo vuoi conoscerne un ottimo distillato, ti consigliamo di visitare il sito ellyspirits.com. Un reale ed importando cambio di tendenza, dopo che per anni il ginepro veniva esportato per raggiungere le distillerie inglesi.
Un goccio di storia
Ad utilizzare per la prima volta il ginepro fu la Scuola di Salerno per la produzione di infusi alcolici. È possibile dunque affermare che il ginepro affonda le radici lontane nel tempo, non per quello che riguarda la storia degli alcolici, ma di essenze ed infusi. Il gin come lo si conosce oggi è nato solo dopo gli anni ’70, dove i grandi marchi come Stock, Buton e Strega si imposero nella produzione, proponendo le loro etichette.
Accordi commerciali e la crescita delle distillerie inglesi hanno portato al declino delle produzione made in Italy che solo di recente ha visto accendersi su di se i riflettori di nuovo.
Ma prima ancora che le grandi distillerie ci mettessero lo zampino il gin che si trovava in commercio era prodotto in cantina e spesso di qualità discutibile e costava anche poco. I provvedimenti restrittivi come il Gin Act, arginò questo tipo di produzione e il mercato vide sorgere prodotto buoni e salubri. Questo portò a un aumento della domanda.
Il gin in Italia
Quello che l’Italia ha deciso di fare è costruire un’offerta che punti alla valorizzazione delle materie prime di alta qualità, presenti sul territorio nazionale. La tradizione di gin che si sta costruendo in Italia non punta a una rivoluzione, ma piuttosto a rendere perfettamente riconoscibile il sapore del gin esattamente come lo si conosce. Questo ha portato alla presenza di una serie di prodotti DOP sul territorio nazionale.
I produttori italiani di Gin vogliono innanzitutto offrire un prodotto di qualità e non un distillato che ricordano vagamente il sapore del ginepro o a volte non lo fanno affatto. Ovvio che nella loro produzione gli italiani debbono attenersi a delle regole ben precise. Il regolamento UE afferma che per ottenere questo prodotto è importante partire da alcool etilico a 96 gradi volumetrici, con predominanza del ginepro. Questo vuol dire che che nessun elemento del composto deve avere prevalenza rispetto al ginepro, che deve essere presente in maggiore quantità. Su tale argomento i produttori italiani sono però concordi e per riuscire a tutelare questo prodotto, che ad oggi è divenuto una primizia italiana, è importante che il quantitativo di ginepro presente all’interno del prodotto sia almeno del 51% rispetto alla quantità delle spezie totali.